Nomine "rupestri". Facile ripetersi, difficile nella delusione generale tentare un discorso in positivo, qualcosa che aiuti il nostro atteggiamento nei confronti degli ostacoli e delle difficoltà in cui versa una delle fette più cospicue di un patrimonio che viene da molto lontano e che non appartiene solo a noi, in ogni caso non è riducibile a mortificanti pratiche spartitorie e da cortile.
Per fortuna accade, puntualmente. Avviene ogni volta che respiriamo il profumo balsamico del timo murgiano. Sale lenta una forza che incoraggia a vedere perfino gli ostacoli come opportunità di apprendimento, anziché come insormontabili problemi. È un’energia speciale e chiede di non cedere alle minacce che s’incontrano in luoghi purtroppo feriti e sfregiati come è accaduto a Murgia Timone.
Parole positive, dunque. Iniziamo da meraviglia, quella che non hanno mai provato quanti immergendosi in questo prezioso scrigno non si sono sentiti sopraffatti al cospetto della maestosità della sua natura, ipnotizzati dai suggestivi messaggi della rivoluzione neolitica scolpiti direttamente nelle rugosità geologiche della calcarenite.
Gratitudine, è la sensazione che si avverte subito dopo. Si è grati per la possibilità di essere presenti in quel momento e di potersi tuffare in uno straordinario viaggio alle radici della storia dell’umanità, intriso di misticismo medievale, conquistati da una tavolozza di colori intensi, vivi. Inevitabili s’inseguono connessioni sospese tra uno spazio e un tempo indefinito. Segue una benefica serenità, effetto di vibrazioni facilmente percepibili e che coinvolgono mente e corpo. Un consiglio a chi cerca autentici momenti di tranquillità interiore: non pagate nulla, qui è gratis.
Decolla, intanto, il trasporto emotivo. Inevitabile e coinvolgente, può tramutarsi in ispirazione. La potenza antica della Murgia conserva la benefica magia di toccare le corde più profonde di chi la vive e commuoversi è facile, del tutto naturale.
Immancabile, infine, il senso di esplorazione che va oltre l’avventura e diventa scoperta, opportunità di sentirsi connessi all’insieme degli elementi di un territorio straordinario, prendendo per tutte queste ragioni coscienza della sua fragilità e della necessità di preservarlo per le generazioni future.
Spero che queste considerazioni non appaiano troppo ingenue oppure digressioni nel coro dell’indignazione generale. Posso solo aggiungere che mi hanno chiesto un parere alla vigilia delle nomine della Regione e, quando ho risposto che peggio di così non poteva andare ero ironico, ma non era una sfida. Invece, il meglio deve ancora venire, il peggio è sempre puntuale.
Pasquale Doria
Matera Civica