Bisogna ridare ai giovani l’opportunità di vivere ed avere un futuro a Matera.
Futuro che significa la possibilità di sviluppare le proprie competenze, coltivare le proprie passioni e produrre benessere per sè e per gli altri.
Il generale invecchiamento della società meridionale figura come un dato in crescita e perciò allarmante.
Nello specifico, elaborando i dati ISTAT, l’età media della popolazione residente nella provincia di Matera è in tendenziale aumento, così specificando, in modo preoccupante, l’invecchiamento della struttura della popolazione medesima.
In questo, la città di Matera, come la Basilicata tutta, prende parte alla dinamica che evidenzia l’incapacità di trattenere la componente più giovane della sua popolazione, che sia quella con un elevato grado di istruzione e formazione o che sia quella che ha orientato la sua formazione verso le arti e i mestieri. Ciò rispetto, facendo fede all’ultimo rapporto SVIMEZ, la Basilicata si è procurata il disonorevole primato, sulle altre regioni del Mezzogiorno, relativamente all’elevato tasso di migrazione della popolazione giovanile in regioni centro-settentrionali.
Con atteggiamento acquiescente, si è preso parte a questo fenomeno, trascurando la dote che le nuove generazioni rappresentano per la città di Matera e assecondando la perdita di questa fruttuosa risorsa di cui invece naturalmente può disporsi. Relativamente a ciò, un concreto e attuabile passo che deve essere mosso in direzione contraria a detto energico moto è sicuramente quello che è teso ad operare un maggiore coinvolgimento della popolazione giovanile, delle sue competenze e della sua riconosciuta e trasversale specializzazione. La categoria incarnata dal tessuto in fiore della società materana deve, dunque, acquisire un più autorevole peso nello spazio delle istituzioni e fuori di esse.
Nello specifico, ciò che deve promuoversi è un più fitto dialogo tra il polo universitario o i centri di alta formazione (ad esempio, l’Istituto Centrale per il Restauro) e gli uffici dell’amministrazione, così da fronteggiare l’estromissione del complesso di conoscenze ed esperienze tecniche utili o necessarie ad un miglioramento qualitativo e quantitativo dei processi di produzione o di sviluppo della ricerca nella nostra città.
Ciò che deve agevolarsi sono, inoltre, nuove configurazioni di partecipazione delle nuove generazioni al dibattito pubblico, favorendo le forme di intermediazione giovanile. Col fine di accordare una più determinante capacità di interlocuzione tra struttura giovanile della popolazione e istituzioni, si prevede la costituzione di un “assessorato alla partecipazione” e, presso di questo, l’istituzione di una Consulta giovanile, con poteri consultivi e propositivi. L’organismo della consulta, che sintetizzerà i generali interessi della popolazione giovanile, da un lato incoraggia un movimento all’esterno delle stanze presso le quali si prendono le decisioni e poi garantisce l’effettiva partecipazione democratica fungendo da interlocutore privilegiato.
In ultimo, l’amministrazione deve impegnarsi nel ruolo di garante di rilevanti e innovative iniziative giovanili, anche istituendo un adeguato fondo di garanzia per la loro realizzazione. Questo, come gli altri interventi sopra descritti, attiva ancora una volta una meccanica istituzionale più civica e partecipata e, soprattutto, in un più solidale rapporto con le generazioni che nel più prossimo futuro abiteranno Matera.