Con le premialità, le compensazioni e le volumetrie a favore del privato, non certo del pubblico, ha prevalso il volto edilizio del Regolamento urbanistico 2021, non a caso, in discussione dal 2007.
Quando tutte le grandi aree disponibili hanno ormai subito la raffica di oltre 50 varianti al Piano regolatore, è giunta la volta della presentazione di singole schede al Comune, di cui non una è risultata migliorativa (come ha lamentato anche il pianificatore).
Di contro, ha prevalso l’intensificazione urbana che soddisfa soprattutto alcuni privati (amici?), ma non certo la comunità e con esso il principio del bene comune. Adesso, aree destinate a verde e a servizi, una parte della città pubblica diventeranno tante palazzine, altro cemento ancora.
Secondo una stima al ribasso perderemo un altro 10 per cento secco di verde, quote contemplate nelle trasformazioni ormai prossime degli ambiti urbani di cui si è discusso in Consiglio comunale. E a nulla vale la scorciatoia per il soddisfacimento degli standard territoriali, ormai, al di sotto dei 6 metri quadrati per abitante.
I conti non tornano, specialmente lì dove spuntano circa 351 mila metri quadrati di verde locale in più quale risultanza delle aree intorno ai borghi e ai parchi urbani di valenza territoriale. Un pareggio che non regge. La vecchia pratica della superficie agricola utile ha evidentemente subito una metamorfosi, ma solo quella.
Per queste e altre ragioni, il movimento politico Matera Civica ha espresso il suo diniego anche in aula nei confronti di un regolamento che ha trascinato da lontano, almeno dagli ultimi 30 anni, tutti i suoi peggiori difetti e li ha scaricati contro la città pubblica contemporanea.
Lo diciamo per quanto, l’atteggiamento in Commissione non è mai stato pregiudiziale, nessun tono alto, ma di leale confronto onde evitare ulteriori strappi a detrimento del territorio, ne è buona testimone l’assessora, che ha accolto anche in aula i nostri emendamenti.
Bisogna aggiungere, tuttavia, che secondo la migliore tradizione locale non si trova una sola parola spesa in delibera sui rioni Sassi e, di più, non potrà essere certamente il prossimo Piano strutturale a occuparsi di servizi e collegamenti per questa fondamentale e trainante parte di città.
In ultimo, se non si scrive la parola fine al famigerato Piano casa, la pratica più che abusata di scavalcare la volontà delle comunità locali espressa dalla sovranità dei Consigli comunali, la cementificazione continuerà all’infinito, provocando danni pesanti e duraturi sulla qualità finale dell’abitare e del vivere a Matera.
Occorre indire una Conferenza dei sindaci per recuperare orgoglio e quote di civiltà condivise.