7 Aprile 2025
Caro Direttore, è il caso di tornare su una questione che viene da lontano. Non è nuova ma, come certe narrazioni, ciclicamente, ritorna. Domanda: a chi potrebbe davvero interessare la “dipartita” del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Matera? Si può davvero considerare una scelta strategica indebolire ulteriormente un territorio naturalmente attratto dall’innegabile dinamismo della Dorsale Adriatica?
Il Consorzio, senza ripercorrerne l’intensa e significativa storia, conserva – fino a prova contraria – funzioni tutt’altro che marginali. Il suo compito è promuovere lo sviluppo economico, in particolare delle imprese attive in specifici settori industriali o aree geografiche. Più in generale, svolge un ruolo essenziale nel sostenere crescita e innovazione, offrendo servizi alle attività produttive e collaborando con le istituzioni locali e regionali per creare un ambiente favorevole alle imprese. Il suo valore appare fin troppo evidente, eppure viene spesso sottovalutato. È innegabile che un suo potenziamento – altro che cambio dei connotati – potrebbe rappresentare un’opportunità per il tessuto imprenditoriale, soprattutto per quelle aziende che necessitano di strumenti concreti per crescere in modo autonomo.
A volte, sembra di assistere a tristi repliche di vicende già vissute. Basti pensare al destino della Camera di Commercio di Matera: declassata, ridotta a poco più di uno sportello senza interlocutori, incapace di offrire ai cittadini frastornati e delusi quel supporto tecnico e promozionale indispensabile per migliorare la competitività sui mercati e accedere a finanziamenti pubblici e privati.
Senza scomodare altri esempi di costante indebolimento dei presidi territoriali – su tutti, il nodo critico dell’ospedale di Matera – è fondamentale ribadire che i Consorzi di Sviluppo Industriale, nonostante le criticità del momento, sono chiamati a operare con trasparenza, responsabilità e visione strategica.
Le loro attività devono essere conformi alle normative, coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e capaci di adattarsi ai mutamenti del mercato, per restare strumenti efficaci e rilevanti. A Matera, questo è sempre stato l’orizzonte da perseguire, anche in un contesto difficile, non sempre brillante, ma comunque non gravato da debiti.
L’autonomia dei territori di cerniera era e rimane il lievito indispensabile per la crescita di ogni comunità. E se vogliamo affrontare con serietà il problema dello spopolamento della regione, dovremmo guardare a processi di redistribuzione piuttosto che a logiche accentratrici da basso impero. Speriamo che le comunità locali non restino mute spettatrici, ma scelgano responsabilmente di unire le forze e far sentire la propria voce.
Pasquale Doria