Viaggio in un Ufficio di stato in/civile e dintorni

20 Maggio 2021

L’accessibilità all’Ufficio di stato civile di Matera non pone una questione meramente fisica.
C’è di più. Permane un problema di relazioni, quelle umane. Non è possibile che nello stesso ambiente debba essere violato così palesemente il diritto alla privacy.

La segnalazione dei cittadini era veritiera. Nella stessa stanza, gioie e dolori, tutto insieme, convivono pubblicamente tutti i giorni. Accade che si debbano sbrigare contemporaneamente pratiche di divorzio e di matrimonio, oppure, all’unisono delicate pratiche di adozioni al cospetto di impiegati che sono tenuti al segreto ma, magari, non c’entrano nulla con certe pratiche.

Se occorrono specifici documenti, dal punto di vista burocratico, è tutto nella norma, non c’è alcun contrasto. Ma la riservatezza di determinati momenti non può essere consumata collettivamente, quasi in piazza, al cospetto di più addetti ai lavori con mansioni diverse e di cittadini con diverse esigenze, tutti nello stesso luogo.

L’aspettativa nei confronti della vita da parte di una giovane coppia in procinto di convolare a giuste nozze, non è chissà quanto compatibile con la tensione, non di rado inevitabile, che scaturisce da storie finite e di separazione. La gioia del giovane padre che arriva con qualcosa da bere e con i pasticcini da offrire agli impiegati, non si può bellamente mischiare al dolore di chi sta piangendo la perdita di un proprio congiunto.

In tutta evidenza, il problema non lo genera il personale in servizio, ma l’esiguità di spazi che quasi ogni giorno bisogna condividere anche con cittadini non italiani alle prese con le leggi sull’immigrazione.

Il disagio, che non è proprio nuovo, a parere del consigliere comunale Pasquale Doria, di Matera Civica, esige quindi una duplice risposta: una favore degli sbandierati diritti alla privacy e, l’altra, per fare in modo che il lavoro possa procedere in termini consoni al nome che l’Ufficio porta, di stato civile.

Un particolare, per finire. Durante il brevissimo viaggio tra l’Ufficio e dintorni, all’ingresso, piegato su un banco di scuola, è stato impossibile non notare un utente indaffarato a scrivere e fortunatamente assistito da un’impiegata. Un giovane padre stava sbrigando le pratiche occorrenti per registrare la nascita del figlio. In quel momento, altro posto non c’era. Ma tutto questo, sarà davvero il caso di ripeterlo, è davvero poco civile.
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