Sono tanti i volti di una città. Sembra una constatazione ovvia, ma bisogna aggiungere che non tutti possono piacere. Va segnalata, a questo proposito, una vicenda che ha inaspettatamente coinvolto un gruppo di cittadini, in una curiosa oscillazione sospesa tra buoni sentimenti e sana indignazione.
Il luogo in cui si è manifestata questa contraddittoria esperienza si proietta naturalmente verso il territorio barese. Il quartiere Serra Rifusa è tra i più giovani della città. Qualche giorno fa, si è svolta una sobria iniziativa in via dei Peucezi. Luogo in cui sorge una rilassante area verde, in buona parte attrezzata, e in cui si è deciso di piantumare 50 nuovi alberi. Una prova di partecipazione a favore del decoro e dell’ambiente maturata con non poco entusiasmo nel generoso mondo del volontariato.
Prima impressione negativa.
Non è facile trovare il luogo, benché ampio, rimane nascosto da una lunga teoria di palazzine e non c’è neppure un’indicazione per orientare i passi di chi non conosce la zona. Dalla strada principale del quartiere si raggiunge un vero e proprio parco urbano - al momento presumibilmente senza nome - da uno stretto viottolo. Anonimo, in verità. Ma l’altra mattina, il posto era colorato e animato dal fresco vociare dei bambini residenti nei dintorni, accompagnati dai loro genitori.
Visto il momento particolare che stiamo vivendo, si è pensato di mettere a dimora per prima una piantina di ulivo, simbolo universale di pace. Gli adulti si sono diretti a ridosso di un rilievo situato all’ingresso dell’area verde, quella che in realtà è anche la parte meno curata del piccolo parco di quartiere.
Nuova amara sorpresa. L’evidente increspatura del terreno, c’è voluto poco a capirlo, non è risultata naturale, era inquinata. Dopo i primi colpi di zappa sono infatti emersi i reperti, si fa per dire, di una non civiltà, il lascito di qualcuno che ha indebitamente scaricato una montagna di inerti, scarti di lavorazioni edili e altri rifiuti, risalenti con ogni probabilità ai primi anni di vita della nuova espansione urbana di questa zona.
Palese la delusione dei più piccoli. Ma i più grandi non si sono persi d’animo e hanno scelto un luogo accanto alla discarica di laterizi in cui dare comunque luogo a un significativo momento di riflessione ad alta voce, unanimenente condiviso. Tanto quanto è bastato per cancellare il disappunto stampato sul volto di ognuno, nostri giovani concittadini compresi. Visetti vispi che hanno spinto alcuni residenti, ma anche chi scrive, a segnalare la spiacevole scoperta agli uffici comunali preposti all’igiene e alla sicurezza della salute.
Dal momento che la zona è frequentata da numerose famiglie materane, è importante comprendere in tempi rapidi se tra quel consistente cumulo di macerie, ora occultato da una fitta coltre di erba, non si nascondano sostanze pericolose per la salute pubblica come, per esempio, l’amianto.
La segnalazione è già all’attenzione dei tecnici municipali che, presumibilmente metteranno presto in moto le procedure per la bonifica, liberare l’area da uno scomodo fardello di rifiuti accumulati nella zona forse già dagli anni Ottanta.
I residenti confidano nell’operato dell’ente pubblico e, insieme a loro, i nostri giovanissimi concittadini. Una risposta efficace è dovuta soprattuto a quei bambini in cerca di risposte, ovvero al nostro futuro che non possiamo deludere. Loro sono pronti a piantare altri alberelli, proprio li dove altri hanno indebitamente sporcato il quartiere, un impegno spontaneo per far vincere il civismo contro gli eterni egoismi da sempre nemici della comunità. Non possiamo non incoraggiarli.
Pasquale Doria
Consigliere comunale di Matera Civica
Serra Rifusa, la piantumazione di un palpabile messaggio di pace