Nuova giunta comunale: mortificata idea di futuro in cui riconoscersi

5 Agosto 2024

L’inconfutabile constatazione di un’assenza è l’esito di una crisi amministrativa ancora in corso che ha origini lontane e cristallizza l’analisi di quattro anni all’insegna di un palese cedimento in cui è scivolata, suo malgrado, la città. I malumori sono forti, per quanto, risulta pacifico che i cittadini abbiano sempre ragione e che il risultato delle urne, quando è il frutto dell’espressione democratica, ancorché non condivisibile, vada rispettato. Ma al confronto, alla dialettica, al dialogo, questa Amministrazione ha preferito l’autoreferenzialità e trasformare la massima assemblea cittadina, il Consiglio comunale, in un luogo di atti dovuti, di ratifica delle decisioni del sindaco e del suo “cerchio tragico”.

Lo svilimento a guscio vuoto dell’organo cardine dell’Amministrazione comunale rappresenta l’emblema di una insanabile ricerca di un complicato equilibrismo del potere fine a se stesso, di una visione personalistica e miope della politica che ha dimostrato tutta la sua inconcludenza. Protagonista un manipolo di amministratori che con i loro atteggiamenti di chiusa non si rendono conto che la città è di fatto consegnata agli umori di una ristretta e invisa minoranza, la stessa che ha scelto di non essere rappresentativa neppure di tutta la maggioranza consiliare, ma di un sodalizio di pochi, anzi pochissimi.

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un’escalation di ripensamenti, ritardi e guasti che non ha precedenti nella storia della città. Non è il caso di elencarli tutti, basterà riflettere sulla mancanza di un progetto/processo, aspetto che denota un impietoso deficit di programmazione. Quattro anni di navigazione a vista in cui non è mai stato colto l’appello legato all’avvio almeno di una riflessione sull’opportunità di dotare Matera di un piano strategico, lo strumento utile per guardare oltre la linea d’orizzonte.

L’Amministrazione non ha voluto maturare una visione di ampio respiro per il futuro della città, con ripercussioni che si rifletteranno negativamente in prospettiva e i cui effetti sono già tangibili a livello di ordinaria amministrazione, dal momento in cui i documenti unici di programmazione (Dup), veri e propri strumenti strategici a scadenza annuale, fatta qualche eccezione, sono uguali a se stessi, continue e inutili fotocopie di un irrealizzabile libro dei sogni, con tanti saluti a un’idea di futuro in cui riconoscersi.

Pasquale Doria
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