13 Dicembre 2023
Il territorio materano ha avuto la fortuna di poter contare su molti che lo hanno capito e amato in silenzio, quasi in punta di piedi, senza nulla chiedere in cambio. Tra questi amici rientra il prof. Massimo Scalia, docente di fisica alla Sapienza di Roma, uno dei fondatori del movimento ecologista in Italia, leader del movimento antinucleare degli anni 70 e 80 e cofondatore di Legambiente. Un sostenitore delle lotte dei lucani convinti che la Basilicata non debba trasformarsi, perché il pericolo rimane, nella pattumiera d’Italia.
Scalia è scomparso nelle scorse ore, a livello locale mi hanno comunicato la notizia Pasquale Stigliano e Michele Olivieri, gli stessi che in passato che mi hanno personalmente messo in contatto con l’allora parlamentare componente della Commissione speciale sul traffico dei rifiuti. Non cancellerò il suo numero di telefono, terrò viva la memoria di uno scienziato, non certo un nemico del progresso, che ha sempre argomentato con capacità divulgativa e rigore assoluto i rischi legati a una gestione disinvolta del nucleare, in particolar modo, delle scorie e della sciagura di un cimitero radioattivo nel cuore del Metapontino.
La difesa del territorio continua, sia questo il miglior commiato per una figura di spicco dell’ambientalismo raziocinante, quello che come il fondatore del Sole che ride, Alexander Langer, e che ha sempre girato alla larga da slogan come “Fermate il mondo, voglio scendere”.
Loro ci hanno ripetuto che, così, se fossimo a bordo di un aereo saremmo destinati a precipitare, invece, è necessario lavorare insieme per un atterraggio morbido, per la salvezza dei passeggeri e di tutto l’equipaggio, del pianeta intero.
Grazie professore, sono molti quelli che non dimenticheranno i suoi insegnamenti.
Pasquale Doria
Matera Civica