Concorsi pubblici al Comune, che brutto spettacolo

20 Luglio 2021
"Non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando".
Citazione illuminante di Beppe Grillo - il padre in questi giorni largamente ripudiato dei 5 Stelle - per cercare di orientarsi nelle cose della politica materana. Il tema è quello dei concorsi pubblici al Comune. E’ di venerdì scorso l’approvazione di una delibera che, trascorsa una burrascosa domenica, solo poche ore dopo è stata repentinamente annullata. Indietro tutta.

Inutile soffermarsi sui tecnicismi del provvedimento. Ma sono volate accuse, palesi o meno e da più parti, di volontà spartitorie care alla solita e vecchia politica clientelare. Pratiche che non sfiorano neppure da lontano il movimento politico Matera Civica, sfidiamo pubblicamente chiunque a dimostrare il contrario.

Ribadiamo, invece, il rammarico per non aver trovato una soluzione unitaria auspicata già venerdì scorso, bellamente ignorata, quando inutilmente si è cercato di affermare il principio di pari dignità, condizione che implica il rispetto della pluralità dei valori in grado di arricchire la comunità. Un’eguaglianza sostanziale finalizzata a rifiutare favoritismi e qualunque forma di discriminazione.

E’ stato invocato anche il principio di ragionevolezza che avrebbe dovuto limitare la discrezionalità del potere di pochi per riconoscere i meriti di ognuno e garantire uguali possibilità a tutti.

Si perdoni un’ulteriore citazione, è della pensatrice tedesca Hannah Arendt. Nel 1955 scrisse un’introduzione alla politica come occasione e spazio di libertà, opportunità per approfondire lo studio dell’"utopia della polis", la città, la sua comunità. Idealista e realista al contempo, nonostante le esperienze negative vissute personalmente, nella sua vita non ha mai smarrito la fiducia nella possibilità che le cose potessero cambiare.

Al centro poneva il cittadino, la persona: "Finché gli uomini possono agire, sono in grado di realizzare l’improbabile e l’imprevedibile". Ma agire liberamente significa agire in pubblico e il pubblico è l’effettivo spazio del politico. La mancanza di trasparenza, il calcolo personale, l’adattamento opportunistico, peggio, la fuga nel privato, il comodo (e improduttivo) tedio verso la politica: a tutti questi comportamenti così diffusi, Arendt contrapponeva il suo concetto alto, eppure non utopico della politica: "Il senso della politica è la libertà". Ma quanto hanno agito liberamente e disinteressatamente gli attori principali della vicenda legata ai concorsi al Comune?

Lasciamo la risposta ai materani di buona volontà.
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